Provincia di MACERATA
Recanati
Recanati sorge sulla cima di un
colle, la cui cresta tortuosa è
quasi pianeggiante, a 293 m s.l.m.,
tra le valli dei fiumi Potenza e
Musone. Dista circa 20 km dal
capoluogo Macerata, 8 km da Loreto e
poco meno di 40 km da Ancona.
Il mare Adriatico, oltre il quale
quando l'aria è chiara si vedono i
monti della Dalmazia, è ad una
decina di chilometri ad Est della
città. In direzione Nord è visibile
il monte Conero che si perde nelle
acque e dagli altri lati della
città, non chiusa né limitata da
prossime elevazioni, si vedono le
cime degli Appennini. Le cime dei
Monti Sibillini con il monte Vettore
e più su il monte San Vicino, lo
Strega e il Catria sono ben
visibili.
Come altri centri marchigiani, anche
Recanati è la tipica "città balcone"
per l'ampio panorama che vi si
scorge: città e borgate sono sparse
in gran numero nell'ampia distesa,
tra piani, valli e colline.
Palazzo Leopardi: è la casa natale
del poeta. Tutt'oggi il palazzo è
abitato dai discendenti e aperto al
pubblico. Esso venne ristrutturato
nelle forme attuali dall'architetto
Carlo Orazio Leopardi verso la metà
del XVIII secolo. L'ambiente più
suggestivo è senza dubbio la
biblioteca, che custodisce oltre
20.000 volumi, tra cui incunaboli e
antichi volumi, raccolti dal padre
del poeta, Monaldo Leopardi.
Piazzetta del Sabato del Villaggio:
sulla quale si affaccia Palazzo
Leopardi. lì vi si trova la casa
di Silvia e la chiesa di Santa Maria
in Montemorello (XVI secolo), nel
cui fonte battesimale fu battezzato
Giacomo Leopardi nel 1798.
Colle dell'Infinito: è la sommità
del Monte Tabor da cui si domina un
panorama vastissimo verso le
montagne e che ispirò l'omonima
poesia composta dal poeta a 21 anni.
All'interno del parco troviamo il
Centro Mondiale della Poesia e della
Cultura, sede di convegni, seminari,
conferenze e manifestazioni
culturali.
Palazzo Antici-Mattei: casa della
madre di Leopardi, Adelaide Antici
Mattei, edificio dalle linee
semplici ed eleganti con iscrizioni
in latino.
Torre del Passero Solitario: nel
cortile del chiostro di
Sant'Agostino è visibile la torre,
la cui cuspide a cartoccio fu
decapitata da un fulmine nella metà
del XIX secolo, resa celebre dalla
poesia "Il passero solitario".